IV domenica di Avvento – Ritiro IV elementare
Abbiamo superato la metà dell’Avvento, ve ne siete accorti? Ormai il Natale è vicinissimo! Per noi cos’è cambiato in queste settimane che abbiamo vissuto? Che cosa è cambiato? Siamo pronti al Natale? Pian piano ci siamo avvicinati, ciascuno di voi avrà fatto qualche piccolo passo per cercare di capire un po’ che cosa questo vuol dire. Che cosa state aspettando? Le vacanze vero? Dio per anni nella Bibbia ci ha invitato ad attendere un Messia che sarebbe arrivato, e non sempre gli uomini hanno ben capito cosa Dio stava dicendo, e quando Gesù è arrivato, come un regalo inatteso non tutti se ne sono accorti, non tutti son stati così contenti e non tutti hanno capito. L’Avvento, oggi, serve a noi per non farci cogliere impreparati come i contemporanei di Gesù, dobbiamo prepararci per essere così semplici da non farci sfuggire l’occasione di accogliere Dio nella nostra vita.
ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare.
Marco 11,6
Questa frase viene dal Vangelo di oggi e vogliamo utilizzarla per capire un po’ di più che cos’è l’Avvento per noi oggi e come possiamo viverlo. Cosa vi stupisce di questo versetto? Secondo me la cosa più interessante che possiamo trattenere per noi è che quello che facciamo in nome di Dio funziona bene e ci rende contenti. Ecco oggi chiacchieriamo un po’ di questo nell’anno che vi porta, tra le altre cose, a crescere nella vostra amicizia con Gesù attraverso il sacramento che state per ricevere: la Comunione.
Vogliamo allora farci aiutare da una figura del Vangelo per cercare di capire qualcosa di dove porta questa fiducia in Dio e di cosa può esser disposto a fare l’uomo per Lui. Avvento come accoglienza di Dio e fiducia.
Provate a pensare cosa vi ricordate del Vangelo e come Gesù ha iniziato la sua missione. Vi ricordate chi erano le prime persone che ha incontrato? Erano dei pescatori che lui incontra e chiama; queste persone restano così affascinate che decidono di seguirlo e sono gli apostoli. Tra di loro c’è anche Pietro.
Pensate a voi che siete in giro nel cortile dell’oratorio la domenica pomeriggio quando ci sono i giochi organizzati. Magari qualcuno tra di voi non ha nemmeno troppa voglia di giocare e c’è anche chi scappa e si nasconde. Anche gli apostoli su quella spiaggia erano un po’ così. Loro, certo, stavano lavorando non stavano giocando. Certo del loro lavoro un po’ ne sapevano, avevano una famiglia, dovevano tornare a casa a mangiare. Pensate sempre a voi che dovete giocare, sapete chi sono i vostri amici, sapete come passare il tempo visto che spesso il vostro pomeriggio di gioco ve lo preparate da soli.
Quel pomeriggio in spiaggia è arrivato un’uomo e li ha chiamati. Oggi in oratorio, iniziando il pomeriggio con la preghiera insieme succede la stessa cosa. C’è una persona, il don, un animatore, un amico che incontri che quando arrivi ti dice: “guarda stai con me, se farai così vedrai che oggi ci divertiamo” oppure “fidati, magari adesso non capisci ancora proprio tutto ma vedrai che man mano stando qua e fidandoti imparerai ad essere più contento in tutte le cose che fai”. Gli apostoli erano più grandi di voi, erano adulti e avevano un lavoro e la richiesta a loro è stata meno semplice: hanno dovuto rischiare molto di più perché quell’uomo gli ha detto: “Lasciate tutto e seguitemi!”. Vedete, a loro anni fa è successa una cosa molto più grande, noi facciamo fatica anche semplicemente a fare il gioco che ci propone l’animatore o a non fare quello che il don ci dice essere sbagliato…. Per non parlare poi di cosa succede a casa tua quando tua mamma ti chiede qualcosa… e loro? Cosa hanno fatto? Hanno lasciato tutto quello che avevano e l’hanno seguito, vi rendete conto della differenza, capite quanto si sono fidati. Noi più o meno, ci fidiamo così tanto solo dei genitori dopo anni che ci custodiscono e loro dopo pochi minuti si sono fidati, erano matti? Ma davvero allora noi non possiamo fidarci anche in qualcosa di più piccolo?
Tutto questo è andato avanti per anni, pensate a quando sulla barca, nel lavoro che loro sapevano fare benissimo, i pescatori, Gesù dopo una notte di fatica dice: gettate le reti… dall’altra parte. Inconcepibile per un pescatore, dall’altra parte della barca… dopo una notte di fatica… eppure l’hanno fatto, si sono fidati ed ecco la pesca più abbondante che avessero fatto.
Per loro ogni istante della giornata era così. Era la fiducia in un uomo che li colpiva, che li affascinava, che stava con loro e così crescevano. E oggi si sono fidati, sono andati a prendere un asino da uno sconosciuto. E lo sconosciuto sapendo che c’era la parola del Signore che lo comandava li lascia fare, li lascia liberi.
Il primo punto di oggi è allora un chiaro invito alla fiducia, adesso, dopo nel gioco e nelle prossime domeniche.
C’è però un secondo particolare decisivo che possiamo prendere da questo ritiro e da quello che abbiamo raccontato fino a questo momento.
I nostri amici apostoli, e quindi poi anche noi possiamo imparare, non sono rimasti soli, non sono tornati ciascuno a casa sua, ciascuno per i fatti suoi pensando da solo di aver già capito tutto ma tutti sono rimasti insieme, hanno iniziato a vivere insieme, a frequentarsi, a spendere tempo per capire sempre di più come era possibile vivere in quel modo ed essere così contenti.
Oggi la stessa cosa è possibile per noi, che su questo siamo già incerti. Per capire meglio quello che Gesù ci sta dicendo non basta passare da queste parti ogni tanto, solo qualche volta quando capita. Occorre frequentare sempre di più gli amici e l’oratorio per imparare sempre di più cosa Gesù sta dicendo alle nostre vite. I discepoli hanno iniziato a seguirlo in tutti i posti dove andava e stavano con lui, pensate avranno cucinato, recuperato il cibo, tenuto i conti… a noi è chiesto qualcosa di molto più semplice, veniamo a giocare insieme per imparare come la vita di tutti i giorni può essere diversa.
Bene, in questo avvento allora teniamo questi due punti e camminiamo: fidiamoci e stiamo insieme.
Tutto questo sarà utile anche a noi per vivere questo Avvento sapendo che qualcosa in noi deve cambiare e non solo che tanto il Natale, con tutti gli annessi, arriva. Cosa può cambiare? Come possiamo accogliere il Signore che viene? Con la semplicità che è caratteristica di quel bambino che è Dio e diventa così piccolo da dover dipendere da sua madre.
Affidiamo a Maria le nostre strade perché lei è la prima che più di tutti si è fidata e lì è rimasta per tutta la vita. E soprattutto lasciamoci con un compito:
Go, tell it on the mountain,
Over the hills and everywhere
Go, tell it on the mountain,
That Jesus Christ is born
Canto popolare afro-americano
Essere amici tra di noi è innanzitutto raccontarsi le cose più importanti della vita, quindi, vedete, cosa c’è di più importante che raccontarsi questo?