Chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi. Mi sembra che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo lasciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione “illuminata”. Dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio.
Benedetto XVI, Natale 2011, notte
Dov’è questa salvezza, questo orientamento di unità e di pace, se poco o niente di nuovo si riesce a vedere dopo la Sua Redenzione? Risponde il Vangelo: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome» (Vangelo, Gv 1,11-12). L’opera del Salvatore è in atto ma attende la libertà dell’uomo. Chiede di divenire manifesta in ogni uomo. La gratuità dell’Avvenimento del Natale del Figlio di Dio provoca inevitabilmente la nostra libertà. Ora siamo chiamati a posizionarci rispetto al Figlio che si offre alla nostra mercé come un Bambino. La fede è la risposta piena a questa inquietante domanda.
A. Scola, Natale 2011, notte