Per questa volta John lascia la fiction del legal-thriller che tanto l’ha visto impegnato con successo e dopo esser giunto a conoscenza di una storia realmente accaduta si documenta e scrive questa true-story.
La lettura è meno avvincente di altri romanzi di pura invenzione e a tratti sconcertante se si pensa alla verità che sta dietro alla narrazione.
Per la verità il procuratore, il cui nome è reale, ancora oggi si difende nel suo sito internet e attacca Grisham, anche se, dopo la lettura del libro, vien difficile, per lo meno, scagionarlo completamente. Se anche il racconto non fosse totalmente reale non si può cancellare che qualcosa, in quella contea, sia successo e che un’innocente sia arrivato a 5 giorni dalla morte e si sia salvato solo grazie ad un giudice sveglio (poco conta la precisazione del procuratore sul suo sito circa l’esattezza del termine “5 gioni”).
La fatica della lettura val la pena se poi si pensa alla realtà (InnocenceProject).
Più in generale pensiamo alle nostre giornate e alle nostre presupposte verità… Siamo sicuri di saper riconoscere la verità anche oltre le nostre proiezioni?